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Il progetto pilota sulla telemedicina, applicata nelle aree interne, nel monitoraggio dei pazienti fragili

Samnium Medica, Gea e Coopfond insieme in un progetto di telemonitoraggio per anziani fragili e multi-patologici.

Il Report del progetto

Il report del progetto con tutti i dati è disponibile per essere visionato in formato pdf

Il progetto pilota sulla telemedicina, applicata nelle aree interne, nel monitoraggio dei pazienti fragili, sia domiciliari che in comunità tutelare, ha un’incubazione molto lunga.
Nasce da una storia di rapporti consolidati tra una cooperativa di medici, la Samnium Medica, con sede nel Beneventano, e una cooperativa sociale, Gea, di Salerno, che hanno per anni lavorato sul tema dell'integrazione.

Grazie al contributo di Coopfond, il progetto pilota, partito nell'estate del 2022, si è concluso alla fine del 2023, con un’attività di telemonitoraggio, relativamente agli anziani fragili e multi - patologici presenti all'interno della struttura ed ha avuto applicazione in regione Campania, in diverse aree interne e periurbane delle Province di Salerno e Benevento.

L'attività che abbiamo realizzato, con il pilota, è di essenziale importanza perché, oltre al coinvolgimento della comunità tutelare, sono stati coinvolti anziani a domicilio, quindi nelle loro abitazioni.

Il lavoro più grande, è stato quello che ha portato alla realizzazione un modello gestionale per il coordinamento dei servizi di telemedicina, attraverso la formazione sia degli operatori sociali, che degli operatori sanitari, come gli infermieri, e anche del personale di studio di entrambe le cooperative.
Formati gli operatori rispetto a queste nuove tecnologie, che dovevano essere utilizzate, si è passati poi alla fase demo.

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La fase demo ci ha permesso di esaminare le attrezzature, e di verificare anche la capacità di apprendimento di vari operatori nell’utilizzo delle stesse, per poi passare alla fase operativa.
Dapprima, abbiamo iniziato svolgendo l'attività all'interno della struttura tutelare Villa Sangallo di Reccabascerana, poi si è passato ai poliambulatori medici ed infine si è passati all'attività sul territorio, nelle singole abitazioni, con l’ausilio anche dei caregiver, o di eventuali assistenti domiciliari a casa degli anziani.

Abbiamo puntato su un progetto in grado di rilevare i parametri vitali su dei pazienti, per trasmetterli, poi, direttamente ai medici curanti, attraverso un l’utilizzo di una piattaforma informatica.
Sostanzialmente, il progetto ha previsto la selezione di tre categorie di pazienti, con tre diverse patologie: lo scompenso cardiaco, in classe seconda e terza, le conseguenze del long Covid, con particolare riferimento alle complicazioni di carattere respiratorio, ed ancora le ulcere cutanee, in fase attiva.

Ogni medico di medicina generale ha selezionato i suoi pazienti, i quali sono poi stati inseriti all’interno de circuito del progetto pilota.
Per ogni paziente venivano registrati una serie di parametri vitali, che consentivano, poi, al medico di medicina generale, che accedeva sulla piattaforma, di controllare tutto quello che stava avvenendo al proprio assistito.

I parametri vitali monitorati da device ergonomici ed user friedly sono stati: la frequenza cardiaca, la pressione, il peso, la temperatura e la saturazione dell’ossigeno.
La procedura di raccolta dati, parte dalla pianificazione che fa l’infermiere, l’OSS o il familiare a domicilio del paziente che è stato inserito sulla piattaforma. Poi c'è la rilevazione di parametri pianificati, con il dispositivo. Questo valore poi viene inviato alla piattaforma.

Se i valori rilevati sono fuori range, immediatamente la piattaforma lancia un alert che, in tempo reale, raggiunge il medico referente, in modo da consentire di ampliare le opportunità diagnostiche e terapeutiche del professionista che ha in cura il paziente.

Questo ha anche una ricaduta sulla relazione, perché si pensa che la telemedicina, e la connessione in remoto, siano qualcosa in grado di limitare la relazione medico – paziente. Invece noi abbiamo verificato, nell’ambito del progetto pilota, che questo addirittura non riduce la relazione, ma la potenzia, perché consente al titolare della scelta, che ha in cura il paziente, che si tratti del medico, dell'infermiere, o dell’OSS stesso, di erogare più servizi, di avere più opportunità e quindi, in qualche modo, integrare l’attività in presenza e l’attività in remoto.

Questa attività, si è dimostrata più complessa, sia per problematiche che potevano essere collegate alla connessione, sia per questioni inerenti alla trasmissione dei vari dati.
Ma, l'insieme di queste opportunità, e della sperimentazione, ci permette oggi di dire che, il modello messo in piedi da Cooperativa Gea e cooperativa Samnium, sulla telemedicina, è un modello replicabile anche in altri territori.

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